Agrobiodiversità

«Le parole del cibo»: tra food, estetica, limite e agrobiodiversità

Condividi questo articolo:
Agrobiodiversità

Nel lavoro che facciamo ogni giorno, ci chiediamo costantemente cosa si nasconde dietro il cibo che viene prodotto sui campi, che troviamo in commercio, che scegliamo di acquistare. E in questi anni abbiamo visto quanto sia cambiato il valore che affidiamo al cibo. Da quello che il nostro reddito può permetterci di acquistare all’estetica a quello che un tempo trovavamo sulle nostre tavole e oggi sembra scomparso. 

E poi ci sono i social. 

Perché non riusciamo a smettere di scollare video di ricette, il nostro cellulare sul bancone della cucina mentre prepariamo la cena, le foto al ristorante, il piatto che ci sembra solo bello, impiattato bene, “instagrammabile”. In buona sostanza, perché non possiamo fare a meno di parlare di cibo e come da bisogno primario il cibo stia diventando un trend topic. 

E poi ci siamo noi. 

Siamo veramente noi a scegliere cosa acquistare e cosa cucinare?

Per parlare di tutto questo, nell’ambito della VII edizione della Settimana della Biodiversità Pugliese, il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti (Di.S.S.P.A.) dell’Università di Bari Aldo Moro, in collaborazione con l’associazione Terra!, organizza “Le parole del cibo”, la rassegna che porta il cibo a teatro e tra la gente, in compagnia di esperti, giornalisti, critici enogastronomici e tanto altro ancora. 

La rassegna prevede, il 21 maggio, la messa in scena del monologo teatraleChe fine ha fatto Rosmarina?”, di e con Fabio Ciconte, presso il Teatro Kursaal.

Dal 22 al 24 maggio, gli eventi si sposteranno presso la Sala Leogrande del Centro Polifunzionale Studenti (ex-Palazzo della Posta Centrale, Università degli Studi di Bari Aldo Moro) con tre talk: Food, Estetica e Limite, con ospiti di chiara fama nazionale.

Leggi anche: