Sono trascorsi dodici anni da quando la campagna ha accolto me e mio marito. Quella di abbandonare la città è stata una decisione neanche troppo ragionata e che non ci ha sconvolto la vita; era un seme che probabilmente attendeva di emergere e radicare. Piuttosto c'era il rischio che proprio noi invadessimo un equilibrio già consolidato, ma sin dal principio abbiamo capito che in campagna non si è mai padroni di casa. Si è sempre ospiti. Ospiti che camminano in punta di piedi e imparano ad ascoltare e ad avere pazienza.
La campagna è il posto giusto per dar sfogo alla creatività. Immersi nel verde, basta guardarsi intorno e soprattutto ascoltare e ascoltarsi per scoprire nuove passioni o riportare a galla quelle silenti o intorpidite dalla frenesia della città.
Bisogna rimboccarsi le maniche, imparare ad avere pazienza e soprattutto avere rispetto di tutti i suoi organismi viventi. Ogni essere è lì al suo posto per volere della nostra Terra, madre dai grandi insegnamenti. Noi siamo sempre ospiti, che vivono però il privilegio di spettacolari magie a cielo aperto. Perché a fine giornata, non c’è nulla di eguagliabile alla bellezza del canto di un assiolo o della visita di un barbagianni.
In campagna ogni cosa diventa pura poesia.