Andare in giro per campi alla ricerca di erbe da cucinare era pratica diffusa fino a non più di 50 anni fa, perché, per risolvere i problemi legati alla povertà, le piante spontanee rappresentavano una fonte importante di approvvigionamento alimentare in tutto il Paese.
Da alcuni anni si sta cercando di recuperare il patrimonio di tradizioni e di conoscenze del nostro passato contadino, non solo per il suo valore storico e culturale ma soprattutto per l’utilità e l’impatto positivo che può avere sulla vita, in particolare per la nostra salute e quella dell’ambiente. I nostri genitori, i nostri nonni, e sicuramente i nostri antenati prima di loro, includevano nella loro dieta le piante spontanee. Le nuove generazioni hanno perso, almeno in parte, questa tradizione, così come altre conoscenze utili in campagna e in agricoltura.
Il buon senso ci dice che abbandonare le abitudini alimentari, che per secoli hanno caratterizzato le generazioni prima di noi, in favore di cibi sterili e confezionati, ricostruiti più in laboratorio che in cucina, sia una scelta rischiosa, come dimostrano i preoccupanti dati sull’aumento dell’obesità, anche tra i bambini, e di altre patologie legate alla dieta.
I video, presentati dal dott. Matteo Anaclerio, sono stati girati nei terreni confiscati alla Mafia in contrada Marrone, a Valenzano (Ba), e affidati alla Cooperativa Sociale Semi di vita; un bellissimo progetto che vede come obiettivi la rivalorizzazione di terreni agricoli abbandonati e la costituzione di orti urbani come spazio di riscoperta delle specie locali e di aggregazione sociale.
È possibile seguire le iniziative del progetto Semi di Vita sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/semidivita