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Storie di custodi di cereali e leguminose pugliesi

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Agrobiodiversità

Dall’estremo nord dei Monti Dauni al Salento delle Serre, attraverso numerosi borghi sparsi su tutto il territorio regionale si entra nel mondo dei “custodi pugliesi”, agricoltori che hanno un coraggio straordinario e tanta caparbietà. Il rispetto delle tradizioni anima le loro storie senza tralasciare le necessità del futuro e il desiderio di innovazione.

Questo lavoro di Benedetta Margiotta e Angela Rosa Piergiovanni dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse (IBBR) di Bari narra di uomini e donne che hanno consentito la sopravvivenza di antiche coltivazioni diventando “custodi”. A loro il merito di aver preservato la propria terra d’origine, difendendo l’identità storica e culturale dei suoi prodotti.

Non sono state certo finalità economiche a tenere in vita simili realtà. Tuttavia, viene quasi naturale fare una piccola riflessione. È nella nuova idea di marketing che avanza oggi, scaturita dal desiderio di provare emozioni attraverso le esperienze di gusto. Come Proust ha avuto l’intuizione di descrivere il sapore della Madeleine come ponte verso l’infanzia, così un prodotto tradizionale che diventa “culturale” può diventare oggi veicolo di valorizzazione di interi contesti territoriali. Nient’altro che un ponte verso le nuove generazioni.

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